Carissimi Soci,
ho ritenuto opportuno lasciare la direzione scientifica di Italus Hortus, dopo poco più di due anni dalla nomina, perché ritengo assolto il compito che, allora, mi fu indicato come prioritario dal Consiglio e dal Presidente: portare la rivista all’indicizzazione Scopus.
Lo abbiamo fatto e con decorrenza 1 gennaio 2018. Quindi, sostanzialmente, in pochi mesi.
Con questo, abbiamo pubblicato, grazie al lavoro condiviso, giornalmente, con il Dott. Giuseppe Sortino, segretario editoriale, cui va gran parte del merito del lavoro fin qui fatto, oltre che con il
Presidente, con la Segreteria e, ovviamente, con il Comitato Editoriale, ben 9 numeri di Italus Hortus per un numero complessivo di 42 reviews, chiudendo il 2019 nel pieno rispetto della tempistica editoriale.
Non era facile, non era scontato.
Ben due numeri sono, inoltre, istruiti per il 2020.
In questo periodo, abbiamo rivisto contenuti e grafica del sito; abbiamo attivato il download automatico di tutti i numeri dell’anno precedente quello corrente; abbiamo rivisto, internazionalizzandolo, il comitato editoriale; abbiamo ottenuti il Doi per ogni articolo pubblicato. Oltre che da Scopus, Italus Hortus è indicizzato da Ebsco e da Google Scholar.
Senza il contributo di tutti e senza la spinta continua e presente del Presidente, questo non si sarebbe mai realizzato.
Consapevole che si tratta solo di un inizio, ho ritenuto di dover lasciare il compito ad altri, capaci di percorrere, con maggiore efficacia, tratti di strada comune più prolungati nel tempo. La Rivista è adesso aperta anche agli articoli scientifici e io mi auspico, e sono certo, che la reputazione di cui gode la nostra comunità in campo mondiale, farà da fattore di attrazione. Il resto sta a noi, alla capacità di rispettare metodo e tempi, come abbiamo fin qui dimostrato di saper fare.
Da parte mia, rimane forte la gratitudine per avermi dato, ancora una volta, il privilegio di poter servire la nostra comunità. Di questo sono grato al Presidente e al Consiglio al quale ho rimesso il mio mandato.
Ad maiora.
Paolo Inglese