In ambito europeo l’olivicoltura, come altri settori dell’agricoltura, ha visto un notevole intervento economico di sostegno alle produzioni. Con Agenda 2000 e la riforma Fischler l’UE ha inteso dare inizio ad una rimodulazione degli aiuti. Tale sistema sarà valido fino al 2013; dopo tale data pare ormai certo che saranno drasticamente ridotti gli aiuti all’agricoltura, settore olivicolo compreso, così come annunciato anche dalla Commissaria UE Mariann Fischer Boel. Varrà la pena ricordare che, tra il 2000 ed il 2004, i sussidi UE in favore dell’olivicoltura italiana sono stati pari a 750 milioni di euro annui. Col sistema di allevamento intensivo si sta cercando di sopperire in qualche modo alla imperante richiesta di contenimento dei costi di gestione dell’oliveto. Tuttavia, detta riduzione, con le attuali conoscenze, non può spingersi oltre ragionevoli limiti, in quanto costose operazioni colturali, come la potatura, non possono non continuare ad essere eseguite manualmente. Per cercare di superare tali limiti, sono stati proposti e in alcuni casi realizzati nuovi sistemi di allevamento basati su una ulteriore intensivazione colturale, che hanno portato alla messa a punto del modello di olivicoltura noto col nome di “superintensivo”, che prevede la raccolta con macchina vendemmiatrice adattata, macchina raccoglitrice dotata di elevata efficienza, multifunzionalità e velocità. Il nuovo modello di olivicoltura superintensiva messo a punto in Spagna nel 1993 è stato da noi descritto, commentato e sperimentato (Godini e Bellomo, 2002; Bellomo e Godini, 2003; Godini e Bellomo, 2004; Camposeo et al., 2006, Godini et al., 2006; Camposeo et al., 2008). Si tratta di un modello che si basa sull’allevamento ad asse centrale di piante ottenute rigorosamente da talea e poste ad alta densità di piantagione (1660 piante/ha). Tale modello permette un considerevole abbassamento di tempi e costi della potatura, che può essere anche fatta meccanicamente, ma, soprattutto, dei costi di raccolta, che viene effettuata con una vendemmiatricescavallatrice a scuotimento orizzontale. Col modello di olivicoltura superintensiva la produttività del lavoro risulta tra 7,5 e 15 t/d/op, cioè da 10 ad oltre 50 volte maggiore rispetto ai metodi di raccolta meccanica e/o tradizionale. Il sistema superintensivo spagnolorisulta avere trovato diffusione al mondo su oltre 50.000 ettari negli ultimi quindici anni ed appare ormai ben collaudato e calibrato su tre cultivar, Arbequina, Arbosana e Koroneiki, le quali possiedono tutte le caratteristiche vegetoproduttive idonee per questo sistema. Poiché le varietà sulle quali si fonda il modello spagnolo sono estranee all’olivicoltura nazionale e data la vastità del patrimonio genetico olivicolo nazionale, obiettivo dei nostri studi è stata la possibilità di individuare cultivar italiane che rispecchino in toto le caratteristiche richieste. Abbiamo, pertanto, realizzato due primi oliveti sperimentali per verificarne la validità anche in Puglia e anche su cultivar autoctone o indigene: a Cerignola (FG) nel 2001 e a Cassano delle Murge (BA) nel 2002. Un terzo campo sperimentale, quello dove si sono svolte le prove dimostrative di raccolta il 20 novembre 2008, è stato infine realizzato tra giugno e luglio 2006, a Valenzano (Bari), nel Centro didatticosperimentale “P.Martucci” della Facoltà di Agraria. La manifestazione, svoltasi con il patrocinio della S.O.I., si è proposta di illustrare i risultati di ricerche sul modello di olivicoltura superintensiva, condotte da ricercatori dei Dipartimenti di Scienze delle Produzioni Vegetali e di PRO.GE.SA. dalla Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Bari su 13 differenti cultivar. La vendemmiatrice scavallatrice Pellenc modello Activ’ 4560, è stata messa gentilmente a disposizione dall’Azienda Agricola Salatino S.S. di Sammichele di Bari. La sperimentazione è finanziata dalla Provincia di Bari. La giornata è stata aperta dal Preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Bari, prof. Vito Nicola Savino, e dall’Assessore all’Agricoltura della Provincia di Bari, prof.ssa Anna Paladino. Come relatori si sono poi succeduti il Prof. Angelo Godini ed il Prof. Franco Bellomo, che hanno rispettivamente trattato aspetti agronomici e ingegneristici. È seguita la sessione dimostrativa in campo con la prova di raccolta in continuo effettuata dalla vendemmiatrice Pellenc. Si sono, così, potute osservare e valutare sviluppo, portamento, precocità di entrata in produzione, produttività e risposta alla raccolta meccanica in continuo delle varietà presenti: Arbequina, Arbosana, Carolea, Cima di Bitonto, Coratina, Don CarloÒ, Frantoio, Fs17Ò, I/77Ò, Koroneiki, Leccino, Maurino e UranoÒ. La prova 2008 segue quelle del 2005 a Cassano delle Murge (con New Holland) e del 2007 a Cerignola, Cassano delle Murge e Fasano (con Gregoire). La giornata ha visto circa trecento partecipanti, provenienti dalla Puglia, dalla Basilicata e dal Molise, ed ha suscitato notevole interesse presso i produttori olivicoli e buon riscontro presso contoterzisti e frantoiani. Numerosa ed attenta poi la partecipazione degli studenti dei corsi universitari e degli istituti tecnici. I risultati in termini di accrescimento, produttività, resa di raccolta, danni alle piante ed ai frutti, caratteristiche chimico fisiche ed organolettiche degli oli ottenuti sono in corso di elaborazione e saranno pubblicati quanto prima su riviste nazionali di settore.
Salvatore Camposeo
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