Andreoni N. [Dipartimento di Biologia delle Piante Agrarie, Università di Pisa]
La potatura dell’olivo è una costosa e inevitabile pratica agronomica della filiera di produzione dell’olio di oliva. Il materiale vegetale che ne deriva è spesso triturato e disperso sul suolo, oppure è bruciato. Ma, se ben utilizzato, potrebbe costituire una risorsa. Un impiego che appare promettente è l’estrazione di varie classi di composti e, in particolare, dei polifenoli, alcuni dei quali sono tipici dell’olivo e presentano interessanti proprietà biologiche e chimiche. In questo lavoro sono stati provati due metodi di estrazione dei composti fenolici da foglie di olivo, studiati per una loro potenziale applicazione in piccoli impianti di lavorazione. Nelle prove fatte sono stati separati, oltre a composti fenolici come l’oleuropeina e flavonoidi, anche altri composti come la clorofilla. È stata inoltre valutata la possibilità di ulteriori utilizzazioni del materiale solido dopo l’estrazione dei fenoli. Tuttavia, perché l’estrazione dei composti fenolici dal materiale di potatura dell’olivo possa essere vantaggiosa, è necessario che questo, privo di composti tossici derivanti da trattamenti antiparassitari, venga adeguatamente trattato per inattivare gli enzimi endogeni che possono alterare i composti fenolici. Dall’esame delle prove preliminari fatte si può dedurre che la raccolta, la stabilizzazione e la preparazione del materiale potrebbero essere eseguite presso le aziende agricole, mentre l’estrazione dei composti fenolici potrebbe essere fatta solo da personale addestrato presso strutture fornite di adeguati impianti per la loro separazione e conservazione e per l’uso di solventi. In questo modo, con un’attenta scelta di solventi e reagenti, il recupero di composti fenolici dal materiale proveniente dalla potatura dell’olivo potrebbe essere, oltre che vantaggiosa da un punto di vista economico, anche sostenibile da un punto di vista agronomico e ambientale.
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