Sarri D. [Dipartimento di Ingegneria Agraria e Forestale, Università di Firenze]Vieri M. [Dipartimento di Ingegneria Agraria e Forestale, Università di Firenze]
L’olivicoltura in Toscana, così come in altre regioni italiane, oltre a costituire un carattere distintivo del paesaggio rappresenta una importante risorsa economica e sociale per le aziende agricole e per il territorio. L’olivicoltura odierna, salvo limitati casi di successo, è strutturalmente assimilabile a quella attuata 50 anni fa, costituita da impianti vecchi non razionali realizzati seguendo sistemi di conduzione derivanti frequentemente dagli usi e dalle consuetudini che sono tramandate di generazione in generazione. Tale situazione si ripercuote anche a livello della meccanizzazione aziendale che in molti casi appare inadeguata o mal gestita. L’ampia diversificazione delle caratteristiche delle zone di coltivazione e degli oliveti fanno si che non si possa definire una via univoca alla risoluzione delle problematiche di questo settore. Obiettivo del progetto MATEO (Modelli Aziendali Tecnici ed Economici per la Riduzione dei Costi di Produzione nelle realtà Olivicole della Toscana) è stato la delineazione e l’individuazione delle tipologie di realtà olivicole presenti sul territorio allo scopo di definirne i modelli gestioniali-organizzativi (agronomici, di meccanizzazione, economici) e le possibili tecnologie impiegabili al fine di ridurne i costi di gestione e produzione per l’ottenimento di olio extravergine di oliva di elevata qualità. I risultati finali del progetto, frutto di un bando di ricerca promosso da ARSIA ( Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione in Agricoltura) nel 2005 e le innovazioni emerse da un pluriennale lavoro di comparazione fra produttori olivicoli, costruttori, tecnici e ricercatori costituiscono una risposta concreta alla tangibile crisi del settore olivicolo toscano.
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