Rugini E. [Dipartimento di Produzione Vegetale, Università della Tuscia]Cristofori V. [Dipartimento di Produzione Vegetale, Università della Tuscia]Gutiérrez-Pesce P. [Dipartimento di Produzione Vegetale, Università della Tuscia]
I metodi classici di miglioramento genetico (MG), quali la selezione clonale, la mutagenesi indotta e selezione massale ricorrente non hanno dato risultati incoraggianti, contribuendo al mancato salto di qualità tanto auspicato per l’olivicoltura. Si rende sempre più necessario, pertanto, un programma di ibridazione programmata basata sul metodo dei “gene pools”, utilizzando tutte le tecniche biotecnologiche e molecolari disponibili. Le tecniche non convenzionali quali l’impollinazione in vitro, il salvataggio di embrioni, la costituzione di diaploidi, la variazione somaclonale spontanea e indotta sotto pressione selettiva, l’ibridazione somatica, la trasformazione genetica, l’impiego di marcatori molecolari per l’ibridazione assistita, l’analisi dei singoli alleli, nonché l’isolamento di geni, insieme a tecniche capaci di anticipare l’ingentilimento dei semenzali, divengono oggi essenziali per il supporto alla ibridazione classica oltre che per costituire direttamente nuovi genotipi adatti ad una olivicoltura moderna, basata sull’intensificazione colturale. Viene dimostrato che alcune di queste tecniche possono essere applicate con successo.
Scarica l'articolo in formato pdf (solo per i soci)