Di Vaio C. [Dipartimento di Arboricoltura, Botanica e Patologia vegetale, Università di Napoli “Federico II”]Nocerino S. [Dipartimento di Arboricoltura, Botanica e Patologia vegetale, Università di Napoli “Federico II”]Paduano A. [Dipartimento di Scienza degli Alimenti, Università di Napoli “Federico II”]Sacchi R. [Dipartimento di Scienza degli Alimenti, Università di Napoli “Federico II”]
L’olivicoltura campana, sia grazie alle sue condizioni pedo-climatiche che all’ampio patrimonio varietale, è in grado di produrre oli di spiccata tipicità, notevolmente diversificati tra loro. L’obiettivo del lavoro è stato di caratterizzare 20 varietà appartenenti al patrimonio genetico campano, valutandone gli aspetti vegetativi e produttivi e le caratteristiche qualitative degli oli. Lo studio è stato condotto, negli anni 2003-2008, presso il campo di germoplasma dell’azienda sperimentale “Improsta” della Regione Campania (Eboli, Sa). Su 6 piante per varietà sono stati condotti i seguenti rilievi: entrata in produzione, vigoria, evoluzione della maturazione, mediante il grado di pigmentazione delle olive, contenuto in olio delle drupe. Sugli oli monovarietali, ottenuti mediante microestrattore, sono state condotte le seguenti analisi: composizione acidica, contenuto in polifenoli e profilo aromatico. I risultati agronomici hanno evidenziato un’entrata in produzione precoce per le cv Racioppella, Ortolana, Biancolilla e Carpellese, mentre è risultata ritardata per la cv Ritonnella, Ortice, Cornia e Rotondella. Circa il comportamento vegetativo la cv Asprinia per la provincia di Caserta e la Pisciottana e la Carpellese per quella di Salerno sono risultate le più vigorose. Dall’analisi chimiche e sensoriali degli oli sono emersi gruppi di cultivar affini, mentre altre accessioni sono risultate ben caratterizzate e separate tra di loro, mostrando un alto livello di diversità e specificità.
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