Bernardo U. [CNR Istituto per la Protezione delle Piante, Portici (NA)]Guerrieri E. [CNR Istituto per la Protezione delle Piante, Portici (NA)]
Nelle aree costiere ed insulari del Bacino del Mediterraneo Bactrocera oleae è ancora da considerarsi l’insetto chiave dell’olivo, soprattutto negli impianti a carattere “biologico”. Nel corso degli ultimi 20 anni sono stati numerosi i tentativi di controllo biologico della mosca effettuati mediante il lancio in campo di ingenti quantitativi di limitatori naturali specifici della mosca (come ad esempio il parassitoide Pyittalia (=Opius) concolor). I risultati non sono stati incoraggianti soprattutto nelle aree dove maggiore è la presenza del fitofago ma tali insuccessi non hanno fermato la raccolta e la caratterizzazione del complesso degli antagonisti della mosca delle olive. Allo stato attuale, le migliori prospettive di controllo eco-sostenibile sembrano concentrarsi ancora sull’uso di esche attrattive associate ad insetticidi di derivazione naturale. Recentemente è stato immesso sul mercato un prodotto a base di una tossina estratta da un batterio il cui uso è ammesso nei disciplinari di lotta biologica. I primi risultati sono alquanto incoraggianti per l’efficacia e per la selettività di applicazione, che consentirebbe di ridurre gli effetti negativi sulla fauna utile. Restano da valutare le possibili applicazioni delle recenti scoperte su batteri simbionti che hanno fornito risultati molto interessanti. Si conferma che il controllo della mosca non può però prescindere da un corretto monitoraggio e da adeguate tecniche di raccolta.
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