Il ruolo delle temperature primaverili sull’evento fioritura in olivo ed elaborazione delle soglie di “risveglio” degli apparati riproduttivi

Fornaciari M. [Dipartimento di Biologia applicata, Università di Perugia]
Orlandi F. [Dipartimento di Biologia applicata, Università di Perugia]
Sgromo C. [Dipartimento di Biologia applicata, Università di Perugia]
Bonofiglio T. [Dipartimento di Biologia applicata, Università di Perugia]
Ruga L. [Dipartimento di Biologia applicata, Università di Perugia]
Romano B. [Dipartimento di Biologia applicata, Università di Perugia]

Nell’ambito delle indagini di tipo bioclimatico, da alcuni anni sono in corso ricerche che prendono in considerazione gli andamenti termici registrati e le loro dirette implicazioni nello scatenamento dei fenomeni durante le diverse fasi di crescita e sviluppo delle piante. La fioritura è stata monitorata in 15 stazioni di campionamento dislocate nel sud Italia (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) in grado di rappresentare circa il 90% del territorio olivicolo nazionale. La fenofase antesica è stata studiata analizzando le concentrazioni medie giornaliere di polline/metro cubo d’aria di volume definito. L’analisi dei dati ottenuti, combinando il monitoraggio pollinico con i dati climatici, ha consentito di delineare innanzitutto la presenza di un primo gruppo di stazioni dove le migliori correlazioni tra sviluppo degli apparati ripro duttivi e accumulo di Growing Degree Days, si ottengono con l’utilizzo di soglie termiche primaverili basse (7-10°C). Questo gruppo è costituito da 4 stazioni di monitoraggio (Benevento, Avellino, Salerno e Cosenza) nelle aree climatiche più fredde tra quelle in esame. In queste aree evidentemente, le cultivars utilizzate rispondono in maniera efficiente anche con temperature di “risveglio” più basse rispetto ai valori classici delle aree mediterranee. Un secondo gruppo di stazioni può essere individuato sulla base di valori di soglie termiche primaverili più elevate (11-14 °C), dove le cultivars che vengono utilizzate compiono l’evento fioritura con fabbisogni termici tipici delle zone “calde (Sicilia, Reggio Calabria, Catanzaro e Puglia). Lo strumento utilizzato per rilevare la fioritura in maniera quali-quantitativa, permette di verificare eventuali “nuovi” comportamenti della specie, in relazione ai nuovi scenari delineati dal clima, fornendo utili informazioni sulle interazioni pianta-clima che determinano la fioritura, evento strategico per questa specie agraria di cui i frutti rivestono particolare interesse economico.

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