Campisi G. [Dipartimento di Colture Arboree, Università di Palermo]Marino G. [Dipartimento di Colture Arboree, Università di Palermo]Marra F.P. [Dipartimento di Colture Arboree, Università di Palermo]Sansone C. [Dipartimento di Colture Arboree, Università di Palermo]Caruso T. [Dipartimento di Colture Arboree, Università di Palermo]
Le indagini di cui si riferisce nel presente lavoro sono state effettuate al fine di valutare comparativamente il comportamento agronomico delle cultivar spagnole Arbequina e Arbosana, e della cultivar siciliana Biancolilla, in un impianto superintensivo. Le esperienze sono state condotte in un impianto commerciale, costituito nel 2004, con piante auto radicate di Arbequina e di Arbosana e con piante innestate di Biancolilla. Sulle piante in osservazione sono stati rilevati aspetti di biologia fiorale e della fruttificazione; è stata, inoltre, rilevata la produzione per pianta, l’area della sezione del tronco e calcolata l’efficienza produttiva. Su campioni di frutti, raccolti meccanicamente attraverso l’impiego d diverse macchine scavallatrici, è stata rilevata l’incidenza di danni all’epidermide. Dopo molitura, sono state valutate le caratteristiche chimico-fisiche dell’olio. E’ stata altresì valutata l’incidenza di rami danneggiati in seguito alla raccolta meccanica; per ciascuna cultivar, infine, è stata calcolata l’efficienza della raccolta. La prova, per quanto attiene agli aspetti vegetativi e produttivi delle due cultivar spagnole non ha messo in evidenza sostanziali differenze rispetto agli impianti spagnoli. Una sensibile differenza è invece riscontrabile nel contenuto in acido oleico che negli oli prodotti in Sicilia raggiunge valori ben più elevati di quelli comunemente ottenuti in Catalogna. La cultivar Biancolilla, ha mostrato scarsa adattabilità agli impianti intensivi, a causa del lungo periodo improduttivo, della tendenza a produrre ad anni alterni e della spiccata suscettibilità all’occhio di pavone.
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