Campisi G. [Dipartimento di Colture Arboree, Università di Palermo]Caruso T. [Dipartimento di Colture Arboree, Università di Palermo]Farina G. [Dipartimento di Colture Arboree, Università di Palermo]Marino G. [Dipartimento di Colture Arboree, Università di Palermo]Marra F.P. [Dipartimento di Colture Arboree, Università di Palermo]
Scopo delle ricerche era valutare il comportamento, negli aspetti ecofisiologici e bioagronomici della cultivar di olivo Arbequina, nel contesto colturale degli impianti superintensivi (1.900 piante/ha), sottoposta a irrigazione in deficit. Sono stati, in particolare, valutati gli effetti di 4 livelli irrigui oltre al controllo non irrigato, ottenuti restituendo quantitativi di acqua corrispondenti a circa il 60, 70, 80 e 100% dell’evapotraspirazione (ETc), calcolata in base all’equazione di Penman-Monteith. Per ciascuna tesi è stato rilevato il potenziale idrico xilematico giornaliero delle piante nei mesi di massima richiesta evapotraspirativa, la fotosintesi netta (Amax) e la conduttanza stomatica (gs). E’ stato altresì rilevato l’effetto del diverso grado di soddisfacimento delle esigenze idriche delle piante sulla biomassa prodotta valutata in termini di produzione e di vegetazione asportata con la potatura/pianta. E’ stata inoltre valutata la qualità del prodotto in termini di peso medio del frutto, rapporto polpa/nocciolo, resa in olio. Dal complesso delle prove effettuate è emerso che anche ngli impianti superintensivi di olivo l’irrigazione in deficit può sortire risultati positivi. Riduzioni fino al 70% del fabbisogno irriguo stagionale non hanno infatti comportato alcuna riduzione della produzione. L’irrigazione determina la riduzione della resa in olio al frantoi.
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