Di Franco F. [CRA - ACM, Centro di ricerca per l’agromicoltura e le colture mediterranee, Acireale (CT)]Magnano di San Lio R. [CRA - ACM, Centro di ricerca per l’agromicoltura e le colture mediterranee, Acireale (CT)]Palmeri V. [Dipartimento GESAF, Università “Mediterranea” di Reggio Calabria]Magnano di San Lio G. [Dipartimento GESAF, Università “Mediterranea” di Reggio Calabria]Benfatto D. [CRA - ACM, Centro di ricerca per l’agromicoltura e le colture mediterranee, Acireale (CT)]
La nota riporta sinteticamente l’attuale quadro fitosanitario dell’olivicoltura in Calabria e Sicilia desunto dall’analisi della letteratura recente, integrata dalle osservazioni degli autori. La malattia più dannosa in entrambe le regioni è l’occhio di pavone, Spilocea oleagina. Molto comune è la rogna, causata dal batterio Pseudomonas syringae subsp. savastanoi. Una malattia diffusa soprattutto negli ambienti umidi e poco arieggiati ma i cui danni sono difficilmente quantificabili è la cercosporiosi causata da Pseudocercospora cladosporioides (Syn. Mycocentrospora cladosporioides). Un patogeno emergente, soprattutto nei nuovi impianti, è Verticillium dahliae, agente della tracheoverticilliosi. Nel comprensorio olivicolo della Piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria) la malattia più grave è l’antracnosi o lebbra, causata da una nuova specie di Colletotrichum riconducibile al complesso C. acutatum; mentre endemico è il marciume radicale da basidiomicete Armillaria mellea. Un problema nuovo per l’olivicoltura dell’Italia meridionale è il marciume radicale e del colletto causato da specie terricole di Phytophthora. Tra i principali fitofagi degli areali olivicoli calabresi e siciliani dominano Bactrocera oleae (Gmelin), Zeuzera pyrina L. e Prays oleae (Bern.), d’importanza minore sono Otiorrhynchus cribricollis Gyll. e Euphyllura olivina Costa, occasionali sono i danni del fleotribo, Phloeotribus scarabaeoides Berl. e di Metcalfa pruinosa (Say) in Calabria. La lotta è basata essenzialmente sull’utilizzazione di agrofarmaci; crescente interesse è rivolto però verso i prodotti a ridotto impatto ambientale. Lo stato fitosanitario degli oliveti può ritenersi comunque soddisfacente.
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