Bandino G. [Dipartimento per la Ricerca nella Arboricoltura, AGRIS – Sardegna, Cagliari]Sedda P. [Dipartimento per la Ricerca nella Arboricoltura, AGRIS – Sardegna, Cagliari]Moro C. [Dipartimento per la Ricerca nella Arboricoltura, AGRIS – Sardegna, Cagliari]Mulas M. [Dipartimento di Economia e Sistemi Arborei, Università di Sassari]
Le cultivar di olivo appartenenti al germoplasma autoctono, o di introduzione storica, costituiscono la base dell’olivicoltura tradizionale nei diversi territori regionali mediterranei, grazie alla loro sperimentata adattabilità all’ambiente colturale. Non sempre però le cultivar storiche sono in grado di accompagnare il rinnovamento del comparto olivicolo, rispondendo in modo proporzionale al miglioramento della tecnica colturale, con adeguati incrementi quantitativi della produzione. Si rende necessario quindi lo sviluppo di programmi di miglioramento varietale dell’olivo finalizzati principalmente all’incremento produttivo della coltura, in cui si cerchi di recuperare anche l’adattabilità delle cultivar tradizionali e quella delle cultivar giudicate positivamente tra le introduzioni storicamente conosciute. E’ questo il caso del programma di incroci controllati che AGRIS – Sardegna ha iniziato nel 1991con l’utilizzo delle cultivar ‘Tonda di Cagliari’ e ‘Nera di Gonnos’ (sinonimo), ‘Semidana’, ‘Tonda di Villacidro’, ‘Pizz’e Carroga’, ‘Tondo sassarese’ e numerose altre appartenenti al germoplasma della Sardegna, insieme a qualche varietà che aveva mostrato buona adattabilità ambientale, come la ‘Nocellara del Belice’. Gli ibridi messi a dimora nel 1994 in apposito campo di valutazione agronomica hanno consentito di realizzare alcune osservazioni sullo sviluppo e morfologia della pianta, produttività, caratteri pomologici relativi alle dimensioni e morfologia delle drupe e dei noccioli, nonchè alcune determinazioni preliminari sulla polpa matura di selezioni risultate particolarmente interessanti per il contenuto di olio.
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