La tecnica della fertirrigazione per il raggiungimento di specifici obiettivi produttivi ed enologici su Pinot grigio con diversi portinnesti nell’areale Isontino: primo anno di prova

Giovanni Bigot [Agronomo libero professionista, Cormons (GO) ]
Francesco Deledda [Consorzio Tutela Vini DOC Friuli Isonzo, Cormons (GO) ]
Monica Corbatto [Consorzio Tutela Vini DOC Friuli Isonzo, Cormons (GO) ]
Giorgetto Pavan [Hi-Agri Srl (Haifa Chemicals Ltd), Bologna]
Mauro Schippa [Hi-Agri Srl (Haifa Chemicals Ltd), Bologna]

Nell’areale Isontino, in funzione delle specifiche caratteristiche pedologiche, la viticoltura di alta qualità sta sempre più utilizzando la microirrigazione a goccia rispetto alla tradizionale irrigazione per aspersione. Questo ha permesso di poter sostenere al meglio le produzioni in un contesto di sostenibilità ambientale ed economica. La conseguenza di tale cambiamento nella tecnica di irrigazione è stata anche quella di poter iniziare a pensare e realizzare una modalità distributiva più efficiente ed ecocompatibile: la fertirrigazione. Come è noto l’efficienza dei concimi somministrati in fertirrigazione è nettamente superiore ai tradizionali concimi granulari a pronto effetto. Questo ha permesso di sostenere al meglio le produzioni viticole riscontrando ottimali livelli di produzione sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo, con performance produttive meno condizionate dall’andamento microclimatico. Oltretutto con gli impianti di microirrigazione localizzati è stato evidenziato da subito come la solubilizzazione dei tradizionali concimi granulari fosse troppo dipendente dall’andamento microclimatico, generando spesso sviluppi delle piante non ottimali. Per indagare in modo più puntuale tali riscontri aziendali diffusi si è voluta impostare una prova sperimentale su Pinot grigio dove confrontare la tradizionale concimazione granulare con la tecnica della fertirrigazione. Le tesi a confronto erano a pari apporto idrico tramite un impianto di sub-irrigazione. Dai dati raccolti nel primo anno di prova (2009) si è potuto evidenziare come con la fertirrigazione sia stato possibile ottenere una maggiore produzione per ettaro e una maggior resa in mosto rispetto alla concimazione granulare. Altro aspetto importante emerso dal primo anno è che con la fertirrigazione, potendo agevolmente modulare i rapporti tra gli elementi minerali, sia per l’intera stagione che per fase fenologica, è stato possibile raggiungere specifici obiettivi enologici in particolare per quanto riguarda zuccheri, acidità totale e azoto prontamente assimilabile.

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