Matteo Gatti [Laboratoire GRAPPE, Ecole Supérieure d’Agriculture, Angers (France)]Maurizio Zamboni [Istituto di Frutti-Viticoltura, Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza ]Luca Gualdana [Istituto di Frutti-Viticoltura, Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza ]Silvia Civardi [Istituto di Frutti-Viticoltura, Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza ]Driss Elothman [Laboratoire GRAPPE, Ecole Supérieure d’Agriculture, Angers (France)]
La prova è stata condotta in due vigneti di Barbera di circa venti anni siti a 245 e a 385 m slm, esposti a Nord e allevati a Guyot con piante binate. Nell’agosto 2009 una tesi è stata standardizzata a un grappolo per germoglio e confrontata con una di controllo per verificare l’effetto del diradamento dell’uva all’invaiatura. Le piante trattate non hanno manifestato una compensazione produttiva ed è stata registrata una consistente riduzione delle rese (da 8,7 a 4,2 kg/vite). Il trattamento ha indotto un globale miglioramento qualitativo nonché un aumento del potere antiossidante e del tenore in trans-resveratrolo del vino.
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