Adamo Domenico Rombolà [Dipartimento di Colture Arboree, Sezione Viticola del Centro Interdipartimentale di Ricerche Viticole ed Enologiche, Università di Bologna]José Ignacio Covarrubias [Dipartimento di Colture Arboree, Sezione Viticola del Centro Interdipartimentale di Ricerche Viticole ed Enologiche, Università di Bologna]Ilaria Filippetti [Dipartimento di Colture Arboree, Sezione Viticola del Centro Interdipartimentale di Ricerche Viticole ed Enologiche, Università di Bologna]Gianluca Allegro [Dipartimento di Colture Arboree, Sezione Viticola del Centro Interdipartimentale di Ricerche Viticole ed Enologiche, Università di Bologna]Gabriele Valentini [Dipartimento di Colture Arboree, Sezione Viticola del Centro Interdipartimentale di Ricerche Viticole ed Enologiche, Università di Bologna]Cesare Intrieri [Dipartimento di Colture Arboree, Sezione Viticola del Centro Interdipartimentale di Ricerche Viticole ed Enologiche, Università di Bologna]
Nel biennio 2008-2009 sono stati condotti due esperimenti, in due areali collinari dell’Emilia Romagna, per verificare l’ipotesi di rallentare l’accumulo di zucchero e ridurre lo sfasamento tra maturità tecnologica e fenolica delle bacche mediante interventi di cimatura tardiva. Le prove hanno previsto tre intensità e livelli di cimatura: a 14, 10 e 6 nodi sul germoglio principale. Nei primi due casi i parametri morfologici e biochimici (°Brix, pH) hanno messo in evidenza un ritardo nella maturazione delle bacche provenienti dalle viti cimate che hanno anche presentato valori di APA più bassi. La cimatura intensa ha determinato una riduzione del peso medio del grappolo e della produttività dei ceppi. Sulle viti allevate a cordone libero, indipendentemente dall’epoca, gli interventi di cimatura hanno consentito di rallentare l’accumulazione in solidi solubili alla vendemmia, in concomitanza della quale le uve delle tesi trattate hanno presentato un tenore zuccherino inferiore a quelle del controllo di circa un grado Brix. La cimatura, in questo caso, non ha indotto modifiche nei parametri produttivi (produttività dei ceppi, peso medio dell’acino e del grappolo). Tali evidenze indicano che la cimatura tardiva, opportunamente realizzata, può costituire una valida strategia per ridurre lo sfasamento tra maturità tecnologica e fenolica.
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