Massimo Muganu, Marco Paolocci, Silvia Maone, Giovanni Pettinari, Riccardo Magro [Dipartimento di Produzione Vegetale, Università della Tuscia, Viterbo ]Manuela Frediani [Dipartimento di Agrobiologia ed Agrochimica, Università della Tuscia, Viterbo ]Massimo Morassut [Consiglio per la Ricerca in Agricoltura, Unità di ricerca per le produzioni enologiche dell’Italia centrale, Velletri (Roma)]
Differenti fonti storiche documentano la presenza del vitigno Rossetto nel territorio laziale e descrivono la varietà come una delle maggiormente coltivate, a maturazione tardiva, meno suscettibile a patogeni fungini ed in grado di produrre vini di qualità e longevi. Sette accessioni riferibili alla varietà, frutto di una attività mirata al recupero e conservazione di germoplasma viticolo locale, sono state caratterizzate durante le stagioni 2007, 2008 e 2009 con l’obiettivo di evidenziare la variabilità esistente. Il DNA delle diverse accessioni è stato analizzato ai sei loci microsatelliti selezionati per lo screening di collezioni di vite nel progetto GENRES 081. La descrizione ampelografica è stata condotta utilizzando 52 descrittori morfologici O.I.V., mentre rilievi biometrici sono stati effettuati su grappoli ed acini. Sono state infine determinati alcuni parametri compositivi delle uve nel corso della maturazione ed alla raccolta. Tutte le accessioni hanno mostrato lo stesso profilo microsatellite. I rilievi effettuati hanno permesso di evidenziare differenze tra le accessioni relative alle epoche di maturazione delle uve ed alle caratteristiche morfologiche del grappolo. I valori dei parametri compositivi ottenuti dalle uve consentono di distinguere le accessioni in due gruppi.
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